Acronimo
Museo di Storia Naturale di Parma dell’Università di Parma
Anno di Fondazione
1766
Anno di Cessazione
0
Breve Storia:
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma è stato istituito nel 1766 da J. B. Fourcault come museo di corte dei duchi Borbone-Parma. Da sempre parte del Gabinetto Storia Naturale (poi Istituto di Zoologia), come direttori ha avuto illustri zoologi di fama internazionale, fra i quali Pellegrino Strobel, per un breve periodo pure rettore dell’Ateneo, Angelo Andres, Ludovico Di Caporiacco e Bruno Schreiber. Ad Andres si deve la realizzazione dell’imponente esposizione, completata nel 1925, che occupa un intero lato del palazzo universitario.
Attualmente il Museo si articola in due sedi: la sede più antica è nel palazzo universitario di via dell’Università, mentre a poca distanza è presente una seconda e più moderna sede, all’interno dell’Orto Botanico di strada Farini. In entrambe le sedi del Museo sono stati studiati percorsi anche per persone con disabilità sensoriale, in particolare visiva. Accanto all’attività espositiva e didattica nel Museo vengono svolte ricerche universitarie di zoologia ambientale e di etologia.
La sede del palazzo universitario conserva ancora l’impostazione di Andres e sono visitabili il Museo Zoologico Eritreo Bottego, la Sala Piola e la Galleria della Sistematica, un’amplissima collezione di vertebrati provenienti da varie parti del mondo. Andres, un insigne naturalista valtellinese di Tirano, alla fine del XIX secolo subentrò nella direzione del Museo a Pellegrino Strobel, divenuto rettore dell’Ateneo, pur dovendo rassegnare le dimissioni solo un anno dopo per motivi di salute. Andres si adoperò presto per ottenere una collocazione degna e definitiva per il Museo Bottego, che fino a quel momento non l’aveva avuta, e per la Galleria della Sistematica.
La Sala Bottego ospita l’intera collezione zoologica eritrea raccolta nel periodo 1889-1891 da Vittorio Bottego, esploratore parmense del Corno d’Africa, ma il suo aspetto odierno si deve ad Andres. Degne di nota sono le magnifiche madrepore osservabili all’entrata e le numerose forme di pesci cartilaginei (squali e razze). Interessanti pure l’oritteropo (Orycteropus afer), la versione africana del formichiere, e uno dei primi esemplari noti di ratto-talpa nudo (Heterocephalus glaber), un roditore che ha sviluppato le medesime caste riproduttive degli imenotteri (vespe e formiche). A fianco dei reperti zoologici sono presenti cimeli e oggetti etnografici appartenenti a Bottego, fra cui taccuini di appunti, pagine del Corano, onorificenze. In una saletta attigua, la Sala Piola, si può osservare la piccola raccolta di materiale congolese effettuata da Emilio Piola pochi anni dopo quella di Bottego. I reperti sono soprattutto etnologici: armi, attrezzi agricoli e strumenti musicali a corda. Sono presenti pure pochi reperti di fauna centrafricana: fra questi risalta decisamente una coppia di okapia (Okapia johnstoni), parente delle giraffe.
Attigua alla Sala Bottego è la Galleria della Sistematica, un’ampia sala che mostra la biodiversità mondiale nell’ambito dei vertebrati. Ampiamente rappresentati sono i mammiferi, dai pinnipedi di grandi dimensioni ai piccoli roditori, e numerosi sono pure gli uccelli. In un grande cilindro di vetro è presente un pesce polmonato australiano (Neoceratodus forsteri), oggi purtroppo minacciato di estinzione. Sono pure presenti una rara collezione di uova e una di nidi d’uccello. Verso il fondo della Galleria della Sistematica si apre la saletta “degli Scheletri”. Essa contiene raccolte tipicamente ottocentesche, ma di straordinario interesse scientifico e didattico: numerosi scheletri di vertebrati montati in posizione naturale, fra cui spiccano una giraffa e un dromedario, mentre lungo le pareti sono presenti armadi contenenti corna e ossa di numerosi animali. Una piccola vetrina ospita alcuni vasi di vetro con piccoli uccelli e mammiferi, preparati da J. B. Fourcault.
La sede di strada Farini del Museo di Storia Naturale è piuttosto recente, risalendo al 1988. Entrando nel Museo ci si trova nella Sala Don Boarini, con la vasta collezione di Ezio Boarini, parroco dei dintorni di Parma che per tutta la vita fu attratto dai lepidotteri. Le Sale Strobel sono invece dedicate alla raccolta di vertebrati fossili della Pianura padana realizzata da Pellegrino Strobel, con resti fossili di fauna marina, numerosi delfinidi e balenottere, viventi quando la Pianura padana era un grande golfo marino, ma anche di specie terrestri, come ippopotami e rinoceronti, bisonti, mammut e cervi giganti (megaceri).
Altre due sale ospitano una vastissima collezione ottocentesca di vertebrati attuali dei dintorni di Parma, mentre nei locali adiacenti sono contenute collezioni di spugne, cnidari (coralli e madrepore), molluschi ed echinodermi. Vicino all’entrata del Museo su strada Farini si ritrova un’interessante collezione etnografica congolese dei primi decenni del XX secolo raccolta da Temistocle Ferrante, un italiano nominato magistrato del governo belga presso l’allora colonia del Congo. Sono presenti oggetti di uso quotidiano, attrezzi e armi. Di particolare interesse lame, uncini e catene appartenenti ai macabri riti degli “uomini leopardo”, che per molti anni hanno operato in quelle zone.
Inidirizzo
Sede di via Università, 12 43121 Parma
Telefono
0521 903407
Note